Una delle esperienze più frequenti e comuni che in genere si hanno con l’elettricità statica è quella di prendere piccole scosse quando ci si sfila un maglione o altri indumenti. I tessuti sono materiali neutri ma, in seguito a frizione, possono accumulare cariche elettrostatiche che possono portare a piccole ma fastidiose scosse, come molti hanno avuto modo di sperimentare, almeno una volta nella vita.
Quello che accade a chiunque di noi può assumere contorni molto più preoccupanti nei contesti in cui non ci si limita a indossare un indumento, ma in cui le fibre tessili vengono prodotte e lavorate, spesso ad alte velocità. In particolare se parliamo di fibre sintetiche, l’accumulo di cariche elettrostatiche può causare vari problemi alla produzione, come rallentamenti o difetti di lavorazione, che ne abbassano, anche in modo rilevante la qualità.
Perché alcuni tessuti accumulano cariche elettriche?
I tessuti e le fibre sintetiche in particolare, vengono lavorati per produrre biancheria intima, collant, indumenti di vario tipo, accessori e anche elementi d’arredo. Indipendentemente dal settore al quale sono destinate, le fibre sintetiche sono, in condizioni normali, elettricamente neutre, quindi prive di una carica, ma se lavorate da macchinari che operano a velocità elevate, spesso si caricano elettricamente, causando uno squilibrio.
A causa di frizioni, compressioni o altre sollecitazioni comuni in produzione, comprese eventuali variazioni di temperatura o umidità, i tessuti sintetici si polarizzano, generando delle cariche elettrostatiche. Le fibre tessili sintetiche sono in genere, almeno in parte, derivate da materiale plastico, che è isolante, ma durante i processi produttivi industriali, tende ad accumulare cariche statiche.
I rotoli di fibre tessili vengono sottoposti a lavorazioni che spesso sono ad altissime velocità. L’attrito con altri materiali o con gli stessi componenti dei macchinari, portano quindi ad un accumulo di cariche elettrostatiche.
Se queste cariche non vengono gestite e scaricate a terra, restano sui macchinari e sulle fibre e possono causare varie criticità, come scosse agli operatori. L’elettricità statica attira poi polveri e impurità, che possono rallentare o bloccare i macchinari e far diminuire, anche considerevolmente la qualità del prodotto finito.
Come eliminare le cariche elettrostatiche indesiderate
Le cariche elettrostatiche possono causare molti problemi alla produzione, per fortuna esistono soluzioni efficaci per gestirle al meglio. Si possono usare delle apposite barre, dette antistatiche o ionizzanti, in grado, una volta posizionate opportunamente sui macchinari e nelle zone di produzione di eliminare solo le cariche indesiderate. Ci sono infatti cariche elettrostatiche utili, come quelle che facilitano la lavorazione dei tessuti facendoli aderire ai nastri trasportatori o ad altre parti dei macchinari, senza che si debbano usare prodotti particolari o soluzioni meccaniche.
In totale assenza di cariche statiche, alcune operazioni di lavorazione delle fibre tessili risulterebbero molto difficili, in quanto i tessuti si muoverebbero portando ad una minore precisione nel risultato finale.
I sistemi antistatici ionizzano l’aria nella zona di produzione per ripristinare l’equilibrio elettrico iniziale, ovvero l’originale neutralità di carica dei materiali sintetici. Anche la barra antistatica più performante però, da sola non può fare miracoli. Bisognerà affidarsi sempre alla consulenza di esperti che possano analizzare la situazione e proporre soluzioni personalizzate, individuando anche numero, tipologia e posizionamento ideali delle barre.