Il datore di lavoro è responsabile di un sinistro di un dipendente?

Cosa succede quando un dipendente si infortuna sul luogo di lavoro? Di chi è la responsabilità e chi sarà tenuto a pagare i danni? La questione è parecchio spinosa se consideriamo la grande varietà di forme contrattuali esistenti, le specifiche norme di tutela del luogo di lavoro in base al rischio e la numerosità di situazioni problematiche in cui si può trovare un collaboratore che esegue le sue mansioni. Di norma tutti i lavoratori dotati di regolare contratto sono assicurati contro infortuni riguardanti la sfera lavorativa e il loro grado di tutela dipende molto dal tipo di lavoro svolto.

È per questo che, come ricorda questo avvocato di Bologna esperto in assicurazioni e risarcimenti, la prima cosa da fare dopo aver segnalato il sinistro è ricostruire fedelmente i fatti e reperire ogni possibile prova o testimonianza. Quanto alle responsabilità, invece, questa dipenderà da come si è verificato l’infortunio perché da una parte vi sono i doveri del datore di lavoro mentre, dall’altro, ci sono quelli che fanno carico al collaboratore.

La sentenza della Cassazione sulla responsabilità del datore di lavoro

Il datore di lavoro è sempre tenuto a garantire un ambiente sicuro attraverso il rispetto delle norme contenute nel Testo Unico sulla sicurezza, ovvero la legge 81/08. In breve l’impianto normativo prevede che ha l'obiettivo di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro.

Si fonda sui principi della Costituzione italiana tra cui il diritto alla salute e all'integrità fisica. Il Testo Unico contiene anche le misure generali di tutela del sistema di sicurezza aziendale e le misure di sicurezza specifiche per ogni attività lavorativa. Questa legge, quindi, mira a evitare o ridurre al minimo l'esposizione dei lavoratori a rischi legati all'attività lavorativa. Ciò nonostante la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2455/2014, ha stabilito che il datore di lavoro è responsabile dell'infortunio sul lavoro se non adotta le misure di sicurezza necessarie e non vigila sulla loro applicazione. La responsabilità del datore di lavoro, in particolare, deriva dalle norme specifiche del D.lgs 81/2008 e dall'art. 2087 del codice civile.

L'eventuale colpa del lavoratore non esclude la responsabilità del datore, che comunque deve provare l'esistenza del rischio e aver adottato tutte le misure necessarie. Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, RSPP, può essere anch’esso responsabile in caso di un infortunio sul lavoro qualora avesse agito con negligenza nell’eseguire le mansioni per le quali è chiamato ad agire.

L’infortunio di un dipendente è penale per il datore di lavoro?

Dipende dai casi. Quando si verifica un infortunio sul lavoro, di norma, il dipendente deve avvisare immediatamente il datore di lavoro e farsi visitare da un medico. Il medico redigerà un certificato medico che dovrà essere trasmesso all'assicurazione. Il datore di lavoro, a sua volta, deve inoltrare la denuncia di infortunio all'INAIL entro 2 giorni dalla ricezione del certificato medico. In caso di lesioni gravi o gravissime, il procedimento penale può essere aperto d'ufficio se le lesioni sono state causate da violazioni delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro o sull'igiene del lavoro. Se sono lesioni lievi, è necessario che il dipendente sporga denuncia ma l’esito del procedimento dipenderà dal caso specifico, motivo per cui è sempre consigliabile consultarsi con un avvocato specializzato. È chiaro che in questo caso sono da verificare le responsabilità di entrambe le parti perché dinanzi ad un comportamento negligente del collaboratore il datore di lavoro non può essere coinvolto penalmente.